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CICLO DELL’ACQUA ED ECONOMIA CIRCOLARE

Documento a cura di:
Mario Beccari, già Università di Roma La Sapienza
Claudia Brunori, ENEA
Roberto Morabito, ENEA
Enrico Rolle, già Università di Roma La Sapienza
Gianni Squitieri, Fondazione Sviluppo Sostenibile
Attilio Toscano, Università di Bologna
Fabio Trezzini, Gruppo 183

I più recenti rapporti della Commissione Europea e delle principali organizzazioni internazionali sottolineano la necessità di sviluppare adeguate misure finalizzate ad agevolare la transizione dal modello di economia lineare, attualmente prevalente, verso un modello di economia circolare in grado di valorizzare un uso efficiente delle risorse. Tale necessità viene universalmente riconosciuta come particolarmente pressante per l’acqua, risorsa indispensabile per la vita e per tutte le attività dell’uomo.
La scarsità d’acqua costituisce già oggi un problema grave per alcuni Stati dell’Unione Europea; secondo la Commissione Europea, almeno l’11% della popolazione europea e il 17% del suo territorio sono stati colpiti da scarsità d’acqua. Durante la stagione estiva, oltre la metà della popolazione della regione mediterranea è colpita dallo stress idrico.
CICLO DELL’ACQUA ED ECONOMIA CIRCOLARE
A incidere pesantemente sulla disponibilità dell’acqua, secondo i dati diffusi dallo GIEC (Gruppo Intergovernativo degli Esperti sul Cambiamento Climatico), saranno poi i cambiamenti climatici. All’aumento di un grado della temperatura terrestre corrisponde,
infatti, secondo gli scienziati, una riduzione del 20% della disponibilità delle risorse idriche.
Ciò significa che, in assenza di misure decise e risolutive, al 2030 la disponibilità di acqua a livello globale potrebbe ridursi del 40% rispetto ad oggi.
Gestire la risorsa idrica in ottica circolare richiede interventi nelle diverse fasi del ciclo.
La prima linea di difesa contro la scarsità di acqua dovrebbe essere una strategia di gestione della domanda globale (a scopo idropotabile, irriguo, industriale ed energetico) che promuova stili di vita e processi produttivi sostenibili e crei incentivi concreti per il risparmio, la conservazione (contrastando la dispersione nelle reti di distribuzione) e la resilienza delle fonti e delle relative infrastrutture idriche di derivazione e trasporto.
Un secondo aspetto, ancora poco approfondito, riguarda la valorizzazione e l’utilizzo di risorse idriche non convenzionali (prevalentemente acque reflue urbane depurate).
La gestione delle acque reflue in ottica di economia circolare si traduce nel riutilizzo dell’acqua depurata, prevalentemente in agricoltura, e nel recupero sostenibile delle risorse materiali ed energetiche contenute nelle acque reflue, trasformando così i depuratori in impianti di bio-raffinazione che convertono sostanze di scarto in prodotti utili, quali biogas e biometano, fertilizzanti (azoto, fosforo), sostanze organiche (cellulosa, poliidrossialcanoati usati nella produzione di bioplastiche).

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